PRESENTE E FUTURO

DELLA COMUNICAZIONE AI MEDICI.

In un contesto sempre più complesso e iperconnesso, ogni azienda farmaceutica è chiamata a ripensare radicalmente il modo in cui comunica con i professionisti della salute. I medici cercano risposte rilevanti, al momento giusto, sul canale più funzionale alle loro preferenze.

L’omnicanalità diventa così una necessità strategica. Un approccio realmente integrato consente di trasformare ogni punto di contatto in un’opportunità, costruendo percorsi fluidi e coerenti in cui l’esperienza utente orienta contenuti, formati e canali.
Per essere efficace, l’omnicanalità ha bisogno di una regia attenta, basata su pianificazione e dati, capace di coordinare azioni, interpretare comportamenti e anticipare esigenze.
In questo scenario, la scienza rimane il punto fermo: i contenuti devono essere rigorosi, basati sull’evidenza. Ma devono anche essere disegnati per ingaggiare, adattandosi ai contesti di fruizione, e supportati da formati interattivi. Perché nel rumore dell’iper-comunicazione, solo ciò che coinvolge davvero riesce a farsi ascoltare.

Adottare l’omnicanalità significa, in ultima analisi, fare un salto di paradigma: dall’informazione alla relazione. Significa mettere davvero il medico al centro, riconoscendone la complessità, e offrirgli esperienze di comunicazione memorabili, capaci di adattarsi a bisogni, tempi e preferenze individuali.

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Pianifica prima di comunicare: ogni canale ha i suoi tempi e il suo tono di voce.

Orchestra i messaggi: devono parlarsi tra loro.

Misura, sempre: ciò che non si misura, non si migliora.

Metti i dati al centro: costruisci su bisogni reali del clinico.

Personalizza: cambia tono, formato e contenuto in base all’HCP.

Migliora continuamente: ogni ciclo di OMNICHANNELIX dev’essere affinato post-campagna.

Usare i canali in modo scollegato o a silos.

Partire dal canale invece che dall’obiettivo.

Adottare un approccio identico per tutti: i medici non sono tutti uguali.

Separare promo ed education: oggi sono parte dello stesso percorso.

Sottovalutare l’importanza del contesto d’uso: visita? evento? momento clinico?